giovedì 14 giugno 2012

Genova

...chi lavora par viver
chi vive par lavorar...

Oggi su consiglio di chi in zona ci lavora da tempo sono tormato a Genova per esibirmi in zona acquario. Pare che qui un po' di gente ci sia sempre...

Sono già stato a Genova in bicicletta in passato.
Ma oggi...
Quante macchine!
Quante saranno state? Io credo un migliaio...
Spesso sui tratti con molti semafori mi sono trovato a pedalare sempre vicino alle stesse auto.
Dopo un po' ci fai l' abitudine: la panda bianca con su la signora anziana, il macchinone con su la giovane coppia che litiga, il camioncino tutto ammaccato davanti, che ti fa venire da pensare: "questo quanti ciclisti avrà messo sotto?".
Ho visto un ape, un 125, che mi ha fatto ridere. Sui lati aveva le fiamme, e dietro un bell'adesivo con scritto: "da grande voglio diventare uno SCANIA!".
E i motorini? Appena iniziata la città ne trovi un po', ma più vai avanti più aumentano. Si moltiplicano. Credo ce ne sian stati molti più delle macchine!
Tutti che guidano zigzagando, tra auto, furgoni, pulmann, e, naturalmente, altri motorini.

E poi c'è da dire che Genova pare non finire mai!
Non è tanto grande.
E' lunga!
Ricordo quando viaggiavo tanto in treno: spesso quando c'era da aspettare una coincidenza mi divertivo a guardare gli orari alle macchine automatiche.
Quando eri sulla G - se per caso facevi correre l'elenco delle stazioni in ordine alfabetico - ad un certo punto entravi nel regno stazioni di genova.
Erano tantissime, ed erano lì tutte una dopo l'altra.
Oggi pomeriggio a Genova ho pedalato 15 chilometri. Sono entrato da un'estremità e son riuscito ad arrivare appena fino al centro (l'altra estremità era ancora distante!).

In zona acquario ho trovato come sempre tutti i bambini genovesi che giocavano sugli scivoli, tutti felici di stare nel regno dei giochi, al riparo dalle auto.
Ho dormito un po' al riparo dal sole, poi ho scelto un posto interessante dove poter fare il cerchio per lo spettacolo: tra l'acquario e quella torre panoramica che sale e gira.
Alle mie spalle, sul pontile coperto, c'era una festa con un bel po' di gente, ci ho fatto un giro e ho visto che si trattava di una festa dei popoli.
Di popoli ce n'erano in giro di ogni tipo. Mentre montavo per quasi un ora mi sono stati ad osservare almeno una decina di persone del Bangladesh. "Siamo tutti senza lavoro", mi ha detto uno di loro, "così veniamo qui e passiamo il tempo".

Lo spettacolo l'ho fatto tardi, eran quasi le dieci quando ho iniziato.
Ad un certo punto è arrivato alle mie spalle un vecchietto.
Capelli spettinati, barba lunga, si capiva che aveva bevuto un po'.

Mi è subito venuto in mente un episodio dello scorsa estate, ad Annecy, in Francia, quando finito uno spettacolo ho sentito della musica provenire da un locale. Mi sono avvicinato ma non sono potuto entrare all'interno perché indossavo ancora i pantaloni da spettacolo. Si entrava solo con jeans...

Il vecchietto si chiama Franco, almeno così dice.
Disturba parecchio lo spettacolo.
Parla a sproposito, distrae gli spettatori, cerca di entrare in pista.
Poi pian piano riesco a prenderlo.
Diventa un personaggio attivo nello spettacolo, non dosturba più ed entra nella parte.
Arriva a fare la traduzione in simultanea dei conti alla rovescia. Traduce due con tre, ma tutti sono contenti lo stesso!
È lui che ha l'accendino da prestare all'ultimo volontario (sì, ma "che glielo restituisca!"), è lui che alla fine va a far partire le torce stufo di aspettare che il volontario riesca a farle prendere fuoco.

Franco non sarà più lo stesso agli occhi di ogni spettatore.
Stasera è stato un eroe!
Solo per stasera, solo nello spettacolo, ma lo è stato davvero.
Chissà, forse domani si sveglierà con un po' meno voglia di bere...

ps: purtroppo non ho fatto foto del porto antico, dovrei riuscire ad inserirle domani. Sono ospite di un vecchio amico, marco g., conto di ripassare per il centro domani prima di ripartire verso ovest.


1 commento:

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    furgoni genova

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