giovedì 13 giugno 2013

La "Napoli - Reggio Calabria"

Chatwin in un suo libro racconta una bella storia di un esploratore e dei suoi portatori.

Provo a raccontarvelo:
In sostanza l'esploratore aveva una grande fretta di arrivare a destinazione, obbligando per questo i portatori (tutti indigeni locali) ad una marcia forzata.
Quando finalmente si trovarono ad un passo dalla meta, peró, tutti gli indigeni si bloccarono, accampandosi lì per la notte e rifiutandosi di proseguire.
A nulla servirono l'incazzatura del capo spedizione (dico io) e tutti i suoi sforzi per farli ripartire.
Tutti non si mossero più per quella sera, perchè dovevano aspettare le loro anime. A detta loro avevano corso troppo, in quei giorni, e le avevano lasciate indietro...

Oggi, c'è poco da dire, siamo un pó tutti come il capo spedizione: sempre di corsa.
E le automobili non ci aiutano certo in questo: ci offrono la possibilità di schiacciare un pedale per rincorrere la nostra fretta.

Son partito 5 giorni fa da Napoli e spesso mi è tornato in mente questo racconto: questa è la quinta mattina di viaggio e oggi sarà la quinta giornata.

Forse mi tornava spesso in mente questa storia perchè sono andato un po' di fretta anche io, anche senza auto!
Beh, spero almeno che la mia anima sia sempre qui!

Nei 4 giorni passati ho pedalato tanto: con tappe da 112, 145, 189 e 130 km ho raggiunto un totale che fatico a conteggiare. Non contento poi sono sceso,prima di imbarcarmi, a Reggio Calabria, per vedermi la città.

Ho passato più della metà delle giornate col sedere sulla sella, e le gambe hanno preso la forma dei pedali, almeno così le sento la notte.

Allora, come guidano al sud?

Se non altro guidano un po' più tranquilli che al nord, quello sì.

Qui è tutto un po' più rallentato che al nord, non solo in macchina,
anche nella vita di tutti i giorni.

È una sensazione strana.

Ora mi trovo sul traghetto per la Sicilia, scrivo circondato da auto e camion chiusi in una grande gabbia.
Gli autisti sentono l'avvicinarsi dell'isola da lontano, e accendono i motori affumicandomi.

Strana la sensazione che mi hanno lasciato dentro Campania e Calabria.

Belle le strade, asfaltate molto meglio di come mi aspettavo.
Bello il mare, le coste, le spiagge.

In Campania la gente mi salutava quando passavo.

In Calabria in genere non superavano l'alzata di braccio. Faccie impassibili quelle degli anziani, diventate con l'età un po' impenetrabili.

Da Salerno in poi, una volta uscito dai sobborghi di Napoli e dalle sue strade spacca biciclette, il contesto è molto carino, si pedala in ambienti tranquilli.
Anche i primi paesi Calabri sono molto sereni.

Poi man mano che si scende si incontrano paesi sempre più particolari.

Si passa dai villaggi quasi d'incanto, con rocche a strapiombo e costruzioni mozzafiato, a luoghi "non luoghi", con enormi palazzi di svariati piani sbucati dal nulla, fatiscenti e vuoti.

I piloni della Salerno - Reggio Calabria ogni tanto spuntano di lato, ricordandoti che lei è sempre lì in parte a te.

Clacson e rifiuti sono una presenza costante per la parte sud della calabria.

Direi che generalmente il clacson è fondamentale per un guidatore di ogni parte del sud Italia. Viene, in ordine di importanza, subito dopo il volante e i pedali, prima di freccie e fari.

"Tu suona comunque" deve essere ció che gli istruttori di guida insegnano ai loro allievi.

I rifiuti sono ovunque. In tante città non si sente il profumo del mare. Si sente il puzzo dello sporco, accatastato sui cassonetti, che paiono discariche a cielo aperto.

Ma qui pare tutto normale.

A me pare un pó incomprensibile farsi la bella villa, non intonacarla e lasciare pure che la rumenta aumenti a dismisura al suo fianco...

Eppure è la realtà!

Ecco, ora riparto, destinazione Modica, sud Sicilia, per due giorni di festival.

Spero poter riscrivere presto!!

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