lunedì 30 luglio 2012

In costa triestina a cappello!

Ieri sera abbastanza sul tardi sono entrato a Grado! Bellissima cittadina affacciata da un lato su una grande laguna interna e dall'altra sul mare.

[Scrivo abbastanza sui dettagli legati agli spettacoli, in modo che possano tornare comodo agli artisti che leggono].

Arrivato in centro a Grado ho incontrato tantissimi artisti, praticamente tutti stranieri, tutti che lavoravano da soli: due marionettisti, due ragazzi che facevano flowerstick e li vendevano, due persone che dipingevano con bombolette, un mago, un violinista...

Il centro non é troppo illuminato.
La gente passeggia soprattutto lungo la via centrale che ha un po' più luce e che ha qualche slargo.
Sul lungomare invece c'è meno gente, e in quella che mi è parsa la piazza più centrale la luce è scarsa.
Un buon posto mi pareva un angolo di fronte ad una creperia, ma era occupato.
Alla fine mi sono scelto un incrocio sulla via pedonale, ho chiesto a tutti i commercianti se davo fastidio, e ho fatto spettacolo tra le nove e mezza e le undici abbondanti.

Con pubblico per metà straniero (tanti gli austriaci ad esempio) il problema principale é stato la lingua: ho lavorato sia in inglese che in italiano.

Gli spettacoli son andati bene, mi è parsa una bella piazza, nonostante fosse lunedì!
Pare che di tanto in tanto dei vigili facciano problemi, a me ieri sera non han detto nulla.

A fine serata ho avuto il piacere di reincontrare l'amico Maurizio Torre, conosciuto in tendopoli a Mirandola, e la moglie Angela. Vivono a Grado, ci eravamo visti da poco a Bassano.

Maurizio, che lavora in marina, ha parlato a molti colleghi del mio viaggio. Anche lui è stupito di incontrarne uno, Patrick, alias "Killer" con la moglie Alessia, proprio lì a guardare il mio ultimo spettacolo!

La sera conosco anche Salvatore, il figlio di Maurizio ed Angela, che lavora in polizia a Padova!

Oggi ho cominciato la giornata proprio con lui, davanti ad un buon cappuccino e una brioches!
È bello stare tranquilli a parlare. Salvatore fa un lavoro impegnativo, gli faccio tante domande ed è forte per me starlo ad ascoltare. Alla fine riesco a fargli provare la bici! C'è una foto!

Finita colazione usciamo da Grado in bici. Slvatore mi accompagna con la sua bicicletta per un bel pezzo. Poi proseguo da solo: Monfalcone, Trieste, Muggia.

L'idea che mi sono fatto mentre pedalavo era quella di arrivare a Porto Rosa, in Slovenia. Pare sia la principale località turistica sulla breve costa slovena.

Però sono stanchissimo, così mi fermo a 2 km dal confine e lavoro a Muggia, Italia, un piccolo paese con una bella piazza.

Lavoro davanti alla facciata della cattedrale, con la chiesa alle spalle. La luce è buona
.
Pare che Muggia sia una meta turistica abbastanza nota per i triestini, in realtà scopro che nell'infrasettimanale e sulla domenica non gira molta gente. Venerdì e sabato paiono invece essere i giorni con maggior affluenza (stasera l'80% del pubblico era gente del posto).

Faccio un unico spettacolo, bellissima l' amosfera.
Ci sono tanti ragazzi grandicelli (adolescenti) che arrivano interessati e che dopo lo spettacolo si fermano a provare gli attrezzi. Bello, tutto molto famigliare!

Al termine dello spettacolo poi le ragazze del bar "Tanto Ghiaccio" mi portano da bere: molto simpatiche e disponibili!

E per chiudere: ecco la foto con i due agenti: questo pomeriggio all'entrata in Trieste sono rimasto sorpreso uando una pattuglia mi ha invitato a fermarmi! Un po' spaventato ho scoperto che uno dei due poliziotti mi ha visto lavorare al festival di Zoppola e voleva vedere se ero proprio io!
Gli ho chiesto se era possibile fare una foto insieme: et voilà!
Si chiamano Manuel e ancora Manuel!

Troppo bello anche questo incontro!



domenica 29 luglio 2012

Zoppola: Come sto andando?

Bei giorni quelli del festival a Zoppola!
È tutto finito da qualche ora e ne ho già un bel ricordo!
Una bella organizzazione, con tante persone gentili e disponibili.
È un festival di arte di strada inserito in una manifestazione gastronomica: si è mangiato bene e... (stranamente)... tanto!
Ho lavorato in varie parti del festival e ogni volta ho incontrato espositori gentili e generosi.
Fortissimi allo stand gestito dall'associazione di pallavolo di Cinto Caomaggiore. Allegri, generosi, mi hanno ricordato molto il gruppo rugby desenzano!

Purtroppo non ho foto degli artisti che han partecipato al festival... c'era gente brava, a me ha fatto piacere soprattutto incontrare Drago Bianco, uno dei più forti manipolatori di fuoco italiani.
Abbiamo alloggiato tutti insieme in un ostello fuori Zoppola. Per tre giorni siamo stati i padroni assoluti dell'edificio: bello essere così liberi in una struttura; peccato solo che forse non si è fatta molta vita comune insieme (soprattutto con i pasti, dove ogniuno finiva con il fare le cose ai propri orari).

Il tempo è stato molto variabile, con pioggia tra le otto e le dieci di sabato, e con tanta acqua domenica notte dopo le due.
Spero oggi non piova! Ci sono ancora parecchie nuvole e prima piovigginava. Pensavo andare a Grado per dirigermi poi qualche giorno in Croazia... ora vedo se è possibile.

E poi, udite udite, ieri sono riuscito a prendere un libro in biblioteca!!! Erano due giorni che facevo il filo a Paolo, il direttore artistico che gestisce anche la biblioteca di Zoppola.
Ho preso un libro sul Che: sono le prime pagine che leggo da due mesi a questa parte! Bello leggere dello sbarco, dei giorni allo sbaraglio. Stanotte ho fatto fatica a smettere!

E a parte gli spettacoli cosa ho fatto?

Sabato dato una sistemata generale alla bici, tirando un po' tutti i dadi e sistemando un po'di cose...
Domenica ho scritto alcune lettere (cartacee), non ho ancora finito ma ce la farò presto, spero!

E il titolo?
Ii titolo si riferisce ad un episodio avvenuto ieri sera. Una collega, che secondo me in questi giorni era un po' nervosetta, ha guardato il finale del mio spettacolo ed è poi venuta a dirmi che sono un ipocrita.
Anzi, forse ci è andata giù un pochino più pesante, ho un po' rimosso.

Non so, forse ha ragione. Parlare di cose delicate come del terremoto di Modena dall'alto di un monociclo può essere eccessivo. O dire che io viaggio in bici. O parlare del fatto che cerco di fare quello in cui credo...
Non so davvero...
Poi resta il fatto che tutto il mio viaggiare lo faccio per guadagnare dei soldi.
Boh, sono un po' perplesso, ora mi sto mettendo un po' in discussione, ma ieri sera di primo impatto ero un po' a terra...
La cosa che più mi ha dato sollievo, e che mi ha dato le energie per chiudere la serata (per me queste critiche molto dirette son peggio di una foratura in tangenziale) è stato parlarne direttamente al pubblico durante lo spettacolo che ho iniziato poco dopo la discussione.
È bello poter parlare a chi è con te dei tuoi problemi. Dirgli che non stai bene, chieder che ne pensa. A me è venuto da farlo col pubblico. Mi ha fatto bene. E lo ringrazio per avermi ascoltato, anche se forse erano tutti lì per altro.

Ah, ieri sera ho anche dei ricordi di bei momenti!
Forse uno dei più belli è stato l'ultimo spettacolo, un fuori programma a quasi mezzanotte, con cui praticamente si è chiuso il festival.
È sempre bello salutare la gente e vederla andare via con un sorriso.
A me è sembrato uno spettacolo in cui c'era un po' di autenticità. Una signora, che ho scoperto essere poi la mamma di Ugo Sanchez, collega che stimo molto, mi è venuta a dire questo.
Ipocrita o autentico io non so. Io so solo che cerco solo di fare le cose meglio che posso, ecco...

Ora parto!



giovedì 26 luglio 2012

Go East!

Eccoci di nuovo qui!
Dopo tre giorni di viaggio serrato oggi trovo finalmente il tempo di scrivere!
Le cose da raccontare son tante, oggi sarò un po' didascalico, ma se mi ci metto con le riflessioni non ne veniamo più fuori!
Ecco come sono andate le cose:

Partenza dalla Liguria lunedì mattina da Chiavari, ore sei.
Il ricordo principale della giornata è il vento, quasi sempre contrario. La mattina ce n'era così tanto da sembrare una tromba d'aria: passando vicino ad un hotel ricordo che delle cinque bandiere nemmeno una era  girata nello stesso senso!
Raffiche molto forti, in ogni direzione. Tante contro, di quelle che ti fanno quasi arrestare, altre di lato, capaci di spostare di mezzo metro la bici.
Ho fatto il passo Centocroci, come da programma. Corto, pedalabile, quello che ogni ciclista desidera! Anche se è più alto rispetto ai precedenti passi appenninici ho davvero fatto meno fatica a salirlo: in meno di tre ore ero in cima! (ed è alto più di 1000 mt!)
Va detto che mi sono fermato a S.Pietro Vara da Tiziano prima di affrontare la salita: ho fatto il bucato, doccia, pranzo abbondante, e soprattutto ho rivisto tanti amici. Forse è merito di questo se son salito così bene! [la foto con gli asini è San Pietro, dove in questo periodo i ragazzi stanno facendo partire un progetto agricolo].
La sera, dopo la cima e un pezzo di discesa ho dormito lungo il fiume Taro: niente spettacolo, a nanna presto!

Martedì sveglia con calma, alcune ore in sella ed arrivo a Parma, dove ho pranzato sul tardi. Il pomeriggio partenza intorno alle cinque ed arrivo a Mantova verso nove e mezzo di sera. Anche se ero di corsa arrivato a Brescello ho fatto una piccola deviazione per il centro: è il paese dove hanno girato i film di Don Camillo. È stato buffo vedere tutte le location dei film!!
A Mantova ho fatto uno spettacolo (non c'era tanta gente), un po' di chiacchere con la gente, e per finire son finito nel miglior bar del paese, che è quello che ha i tavoli di fronte al Mac Donalds. Lì ho conosciuto 4 ragazzi molto simpatici: Damiano e Marco, Marine e Giulia. Bicchiere di latte gigante, carica a tutte le batterie disponibili, pure barista molto disponibile (questo sì che é un miracolo!).

Mercoledì son partito da Mantova un po' meno riposato, per arrivare pian piano fino a Bassano, dove ho potuto fare due spettacoli. Anche questa giornata l'ho passata quasi interamente in sella: partenza alle dieci e mezza di mattino ed arrivo alle nove di sera alla piazza.
Molto stanco ma molto contento! È sempre un piacere passare da Bassano, che è, un po' come Mantova, una cittadina turistica ma senza grandi pretese, molto tranquilla!

Oggi, giovedì, ho deciso di prendermi una giornata di riposo: niente bici!
Ho fatto quasi 400 km negli ultimi tre giorni, e credo di poter arrivare senza problemi a Pordenone domani in giornata per il festival di Zoppola, dove mi aspettano per tardo pomeriggio.
Il ginocchio, che era molto dolorante nei giorni scorsi, si sta sgonfiando.
In compenso a Mantova ho infilato il piede in una grossa buca e ho preso una storta potente, questa volta alla caviglia destra.
Ieri ho pedalato con una fasciatura, ma a sera faceva male!
Un giorno di stop le farà sicuramente bene!

Allego alcune foto di amici incontrati lungo la strada. Non so in che ordine compariranno, purtroppo è il server a deciderlo...
C'è la foto di Olof, pellegrino tedesco partito da Berlino e diretto a Roma. Due i mesi di viaggio previsti, tutti a piedi. Ci siamo incontrati in "pausa pranzo" al cimitero di Isola della Scala. Non chiedetemi come sia stato possibile. Io cercavo ombra e una presa di corrente. Lui credo solo ombra perché arrivava da un ostello quella mattina.
Vegano, è arrivato con una confezione da 4 coni della Valsoja, tutti vegetali. Era il suo pranzo, me ne ha offerto uno e io ho ricambiato con un po' di frutta.

Poi c'è una foto di Maurizio e sua moglie. Siamo stati insieme alla tendopoli di Mirandola, lui fa parte della protezione civile: ieri sera mi ha riconosciuto mentre facevo spettacolo in centro a Bassano! Ho dormito vicino al loro camper (credo ci siano già delle foto su facebook), e stamattina mi hanno svegliato con due ottime brioches!

Per finire c'è una foto di una famiglia di Bassano, con cui sono stato in compagnia questo pomeriggio nel parco. Simone, Pietro, Selenia ed Elia. Mi hanno visto ieri sera e sono già stati a vedere il blog!






domenica 22 luglio 2012

Con una bici così bella... è FACILE!

"Un homme qui aime les femmes on appelle ça..."

Scrivo questo post per la seconda volta, la prima stesura dopo vari rimaneggiamenti è andata persa proprio in fase di pubblicazione... grrr!

Io ed Etrangere siamo alla fine di questa settimana ligure.
Tante piazze, quasi tutte nuove.

Di Sestri Levante ho già scritto, poi è stata la volta di Camogli e di Recco, ospiti in una casa vera a smaltire la fatica del viaggio appenninico.

Poi Loano e Alassio, due piazze divertenti. Tanta gente, bello poter faticare un pochino per mettere insieme un cerchio!

Venerdì sera è stata la volta di Genova in piazza Duomo, dove ho incontrato un gruppo di scout belgi, una volontaria francese, e dove in spettacolo sono entrato in una macchina che aveva posteggiato in piazza e percorso 20 mt sul sedile del passeggero. Erano cinquanta giorni che non salivo su un automobile!

Ieri sera Rapallo, nella via centrale, dove ha iniziato a piovere alle nove e quaranta senza più smettere per un ora e mezza. Ho chiuso alla meglio lo spettacolo che avevo cominciato e ho mandato il pubblico a ripararsi. Peccato! Sembra sia piovuto un po' su tutta la riviera.

Stasera credo provo Zoagli, sono abbastanza stanco e mi tengo riposato per domani!

Sono stati bei giorni: ho incontrato tanti amici!
È bello sapere che sulla strada ci sono persone che incontri volentieri, persone di cui puoi fidarti. È bello passare a salutarle, trascorrere un po' di tempo insieme, separarsi e sapere che ci si potrà rivedere più avanti.

Ho anche incontrato di nuovo una ragazza con cui c'é stata una breve storia. Purtroppo si è rivelata essere una persona un po'confusa, non ho ancora capito con quanti altri ragazzi voglia stare in questi giorni...
Chissà se un giorno incontrerò una ragazza con cui condividere un viaggio vero!

A Genova invece ho avuto tra il pubblico due artisti cileni molto forti. Si sono guardati due spettacoli consecutivi. Per me è stato bello averli come spettatori; a fine serata siamo stati parecchio tempo a chiaccherare parlando di piazze e di spettacoli.

Sempre a Genova ho visto una scena che mi ha molto colpito: in porto antico c'erano alcuni ragazzi che si divertivano intorno alla statua di Gandhi. Ad un certo punto uno ha messo il proprio casco da motociclista sulla testa della statua: il casco è caduto a terra e si è ammaccato. A quel punto il ragazzo ha cominciato ad imprecare e a dirne di ogni colore.
Era una scena davvero assurda: un ragazzo furioso nei confronti di una statua, per di più di Gandhi, tutto per un casco. La mente umana non sempre funziona come dovrebbe...

Da ieri ho male a un ginocchio, il sinistro, e non capisco perché. Non ho fatto sforzi particolari questi giorni. Credo aver preso una botta ma non capisco quando...

Domattina parto in direzione Friuli Venezia Giulia, salgo a Varese Ligure, poi faccio passo Cento Croci, Parma, e in qualche modo mi dirigo a Pordenone.
Spero andrà tutto bene. Oggi ho riposato parecchio, ma il ginocchio non deve peggiorare!

PS: Il titolo si riferisce ad una frase che sento dire spesso dagli adulti che mi incontrano.
Sarà...
Mi piacerebbe lasciarli fare una salita con la bici e vedere se hanno ancora qualcosa da dire!


giovedì 19 luglio 2012

Sempre un po' più avanti!

Non si viaggia solo con le gambe!

Non si viaggia solo con le gambe perché siam fatti di un corpo, di una testa, di un cuore.

Viaggiare é bello, ma se manca la testa il viaggio dura poco.

Lo sa bene chi va in montagna, chi viaggia per mare, chi parte per spedizioni che durano anni.

Viaggiare è bello, ma gli affetti sono importanti.
Se si è scombinati si vive in balia degli eventi. Oppure si vive nella nostalgia e nel passato.

Dormire.

Prima condizione per viaggiare bene: significa corpo riposato e mente lucida.

Stare concentrati.

Tenere la mente ferma non è semplice, ma i pedali aiutano.
Forse è più facile camminando, ma la bicicletta comunque è ritmo. Cadenza regolare, ritmo, respiro.

Cercare di arrivare al posto giusto nel momento giusto.

Questo è l'ultimo ingrediente per riuscire a non mollare. E ogni tanto le cose si incastrano in modo così splendido che non si può che ringraziare.

Sapete: in spettacolo ho cominciato a dire che non viaggio in bici per necessità, ma che viaggio in bici per scelta!

Eppure sempre più spesso sento la necessità di partire e di spostarmi. È bello viaggiare su strade nuove e sconosciute, è bello starmene tranquillo in sella senza troppi pensieri per la testa.

La vita è proprio bella!

lunedì 16 luglio 2012

Amici!!!

A mio fratello tommy,
che ora si trova da qualche parte del Messico tra una tratta in autobus e una in autostop...

Che giorni splendidi sono stati questi!!
Se gli amici son le cose più preziose al mondo allora son davvero un ragazzo fortunato...
Ho avuto gente che mi ha dato una mano da ogni parte, dalla partenza da Cavezzo a ieri sera in piazza.

Negli ultimi tre giorni ho pedalato tanto: tre giorni fa 140 km da Cavezzo a Piacenza, ieri ancora 140 km da Castel San Giovanni a Sestri. L'Appennino, medie di 35 gradi, tutto il giorno in sella.
Un unico pensiero: la cosa importante non è andare forte, ma non fermarsi!
Ieri alle due ero ancora dalle parti di Piacenza, ci son volute sette ore e mezza senza praticamente scendere dalla bici, ma alla fine sono arrivato al mare!  È stata una soddisfazione!
Anche perché poi riesco a lavorare molto bene la sera!
[Credo che se scrivessi quante repliche sto riuscendo a fare in queste sere... forse marco (Raparoli) tirerebbe fuori un nuovo soprannome da sostituire a "machine"!]

Ok, oggi cerco di andare in ordine con gli eventi, altrimenti è un pasticcio...

Venerdì a Cavezzo la Protezione Civile mi ha riempito di merendine per il viaggio: le ho distribuite durante lo spettacolo ai bambini la sera! Erano troppo sorpresi!
Infatti la sera sono arrivato a Piacenza dove c'era uno dei "venerdì piacentini", una sorta di notte bianca, e ho lavorato lì. Poco spazio ma divertente serata.

Al termine degli spettacoli sono arrivati Francesco ed Emiliano a trovarmi! È stato un momento bellissimo, ci siamo messi a urlare e a ballare per la piazza!
Loro hanno lavorato a Chiari, poi sono passati da me a portarmi del materiale: un pedale nuovo per il monociclo, un paio di diaboli, materiale per la bici... insomma, abbiamo fatto una sorta di "pit stop" durante la notte! Fantastici!
Non contenti si sono fermati a dormire, così ci siamo salutati il mattino con una buona brioches!

La sera di sabato ho lavorato ad un festival a Castel San Giovanni, un paese vicino a Piacenza.
Fantastici i ragazzi dell'organizzazione: ho potuto dormire in un letto vero e riprendermi un po'.

Ieri, domenica, è stato il giorno in cui sono ritornato al mare arrivando a Sestri Levante.

È stata una bella giornata quella di ieri!

Intanto è cominciata con un bel risveglio, in cui ho sorriso pensando al sogno che stavo facendo.

Nel sogno c'erano persone che viaggiavano per il mondo nel corso dei secoli, dapprima lentamente e poi sempre più in fretta. In origine si spostavano su carri, poi su auto, fino ad arrivare ad un futuro in cui ci si spostava con il pensiero.
La cosa buffa era che il sogno terminava con una sorta di presa in giro generale dello spostarsi in questa maniera. Tutti quelli che viaggiavano con il pensiero si rendevano conto che non c'era più un arrivo e una partenza: era tutto troppo facile! Così si mettevano a ridere ed ammettevano che viaggiare in questo modo era diventato comico!

Forte quello che c'è dentro all'inconscio!
Il mio inconscio lo ringrazio sempre: nella vita mi ha fatto capire cose davvero importanti di me stesso in modo straordinariamente chiaro.

Il sogno mi ha fatto venire in mente un libro di Chatwin! Ma ne parlerò u  altra volta...

Torno alla giornata di ieri.
Partenza alle undici.
A mezzogiorno e mezzo, mentre mentalmente calcolavo se potevo riuscire ad arrivare al mare per la sera, mi affianca un uomo in motorino.
Ho pensato: "ci risiamo, ora mi chiede da dove son partito e quanti km ho fatto...".
E invece molto semplicemente mi ha chiesto: "Vuoi venire a mangiare da me? Abito qui vicino!".
Ammetto di essere rimasto molto sorpreso.
Mai successo prima.
Ed ero in ritardo!

Ci ho pensato su: forse era meglio fermarsi un attimo a conoscere delle persone gentili piuttosto che correre per lavorare in una piazza!

Così mi son fermato a mangiare con Giorgio e la sua famiglia: la moglie Mariarosa, i figli Carlo e Michele, e Daniele, un altro ospite.
Mariarosa si è rivelata essere una cuoca fantastica: ho assaggiato uno spumante al succo di sambuco fatto da Giorgio (Fra, prendi nota!) e terminato con una... sacher!!!

Della restante parte di viaggio ho già scritto: pedala pedala sono arrivato a Sestri Levante alle nove e venti.
Piazza occupata da bancarelle, situazione tesa per problemi con i vigili nelle scorse settimane.

Per fortuna i francescani, che occupavano una buona fetta di piazza con un banchetto di artigianato, mi lasciano lavorare proprio davanti a loro...

Faccio spettacolo, arriva gente, e quando sto chiudendo, da in cima al monociclo, mi viene spontaneo voltarmi e chiedere ai frati: "e voi avete lavorato questa mezz'ora?".
Pubblico in silenzio.
Chiaro che non han lavorato! C'ero io...
Così mi volto verso il pubblico e dico che divido il cappello con i frati: tutte le monete vanno a loro.

E... cavolo! Che cappello che vien fuori! (sarà pesato un chilo e mezzo!!!).
Beh, beate le missioni!





giovedì 12 luglio 2012

Macerie...

Oggi Cavezzo: due spettacoli il mattino in centri estivi, uno alla tendopoli la sera.

E' stata una bella occasione per arrivare in posti nuovi ed affrontare situazioni differenti.

Cavezzo è stato l'epicentro della seconda scossa, quella delle nove di mattina del 29 maggio. La prima era stata il 20, quella delle quattro di notte. Alla seconda scossa ne è seguita una terza sempre il 29 all'una di pomeriggio.

Per Cavezzo è stato un bene che ci sia stata una prima scossa: erano stati dichiarati inagibili molti edifici, e quando si è arrivati al 29 quasi tutte le strutture che sono crollate (molte, e l'orario era critico) erano vuote.
I morti si sono avuti principalmente nelle fabbriche: quelle erano state riaperte rapidamente per non perdere giorni operativi...

Cavezzo è attualmente uno dei paesi più segnati dal terremoto. Sono crollati vari edifici nel centro, quasi tutti grandi. In sostanza passando per le vie principali si affiancano cumuli di macerie di grosse costruzioni.
È crollata la chiesa, il campanile, il supermercato Conad, tante altre case che qui i ragazzi citano per nome, ma che io non so riportare.

"Allora ti hanno dato l'agibilità?" si chiedono i ragazzi parlando l'uno con l'altro delle proprie case... "a-b o c?"
Qui ormai si parla in un linguaggio tecnico. Anche i più piccoli sanno che ci sono turni per le lavatrici, che i vassoi del pasto non vanno gettati nella plastica ma impilati a lato, ognuno ricorda il proprio numero personale (una sorta di matricola) e ha fatto proprio il numero di tenda come nuovo numero civico.

Qui i ragazzi hanno fatto gli esami sotto le tende, solo gli orali, niente scritti.

Qui si tornerà a scuola nei container: le poche scuole rimaste agibili sono occupate da uffici comunali dislocati qua e la.

Già ora tutto è fatto in tende e conteiner: banche, uffici postali, ho persino visto una bibloteca mobile realizzata all'interno di un furgone...

La tendopoli di Cavezzo è molto brulla: zero alberi, ghiaia in terra, temperatura tra i trentacinque e i quaranta gradi.
Ogni tenda ha un sovratelo che offre un primo riparo dal sole, ogni tenda ha un piccolo condizionatore sempre in funzione.
Fuori sembra di essere nel deserto, realmente!

La tendopoli di Cavezzo è molto ordinata.
È una tendopoli multietnica, nel senso che ci sono sia italiani che extracomunitari.
In generale in quasi tutte le altre tendopoli, Mirandola compresa, non si è in questa situazione, e la percentuale di extracomunitari è nettamente superiore a quella degli italiani.
Il perché hanno provato in tanti a spiegarmelo, ma non credo sia una cosa semplice da teorizzare.
Un po'gli extracomunitari abitavano nelle case peggiori, un po' sono quelli che beneficiano più volentieri di alloggio e pasti gratuiti, un po' sono quelli che più difficilmente hanno altre possibilità di alloggio, come seconde case o parenti. Come ultima cosa va detto che in tanti italiani hanno trovato difficile la convivenza" multietnica", e non appena ne hanno avuto la possibilità sono usciti dalle tendopoli spostandosi in sistemazioni alternative, fosse anche solo una tenda montata fuori casa.

Anche oggi ho avuto modo di parlare con tante persone. I ragazzi sono quelli con cui sono stato di più. Adolescenti, soprattutto, dopo lo spettacolo serale. Loro mi chiedono di me, io chiedo di loro. Se hanno ancora la casa, se qualcuno in famiglia si è fatto male, dove erano durante le scosse. Uno di loro ha perso un genitore, mi dicono. Alcuni di loro si sono fatti male durante le scosse. Tutti concordano che la scossa del 29 era più forte di quanto detto dai telegiornali.
Tutti paiono preoccupati per il futuro. Non sono rimasti campi da calcio, dicono. Sono tutti occupati da tende. E la terra continua a tremare, poco ma continua.

Ecco, ora devo andare. Stanotte non mi fanno dormire, qui, e devo uscire.
Potrei tornare alla tendopoli di Mirandola ma preferisco avviarmi. Tanto c'é gente accampata ovunque, di sicuro non creerò problemi!




mercoledì 11 luglio 2012

Sfollati

I believe in nothing
But the truth of who we are

Ripensando alla giornata la definirei folle!
È comincata con uno spettacolo a Finale Emilia, a 20 km da Mirandola, in un campo estivo organizzato sotto un gran tendone.
Fa impressione sentire i bambini parlare delle "scossette". È bello stare con loro anche dopo spettacolo, o rivedere i disegni che mi consegnano prima di salutarmi ("Baco il giocoliere" è uno dei miglìori!).

Pranzo a Mirandola in tendopoli, poi riposo pomeridiano e un po' di allenamento.

Spettacolo dopo cena, un folto gruppo di bambini quasi tutti extracomunitari assistono, non moltissimi gli adulti. In tanti infatti sono al dibattito col sindaco dall'altra parte del campo.

Difficilissimo il lavoro con i bambini, e non sono l'ultimo arrivato! Zero capacità di ascolto, concentrazione bassissima, genitori assenti. Faticano a seguire i discorsi, "muori" è la frase che ricorre sul finale.
Non che sia andato male, certo é stato uno degli spettacoli più duri da gestire degli ultimi anni!

Per fortuna a termine spetacolo conosco il gruppo degli adolescenti del campo, parliamo tanti, mi parlano del terremoto, della loro esperienza al campo, mi chiedono di me.

Questo, unito a una bella chiacchierata con alcuni volontari, carabinieri e ad una bella mail, mi fa chiudere la giornata davvero felice!

Un grazie a tutti!





martedì 10 luglio 2012

... e a Mirandola ho pianto...

...reivindico absolutamente el derecho al vagabundeo, a la aventura, a la utopìa y al romanticismo...

Dopo un paio di giorni di lavoro sulla costa ligure sul sabato e domenica sono finalmente partito per il nord lunedì mattina.
Destinazione Finale Emilia, 6 spettacoli previsti sui giorni di mercoledì e di giovedì in varie tendopoli della zona.

Prima di partire, sabato e domenica appunto, ho lavorato sulle piazze di S. Margherita Ligure e Camogli.
Bella Camogli, con un enorme terrazza sul mare.
Più dura la serata a Santa Margherita, in cui per la prima volta per far cerchio ho dovuto tribolare un po'(c'era un concerto), rarità per una liguria pienissima di bimbi e abituata agli spettacoli di strada.

Avevo voglia di tornare a viaggiare.

Tanta!

Prima di partire per lo spostamento verso nord mi son reso conto di non aver calcolato bene le distanze: il viaggio si rivelava più lungo del previsto...

Il lunedì è stato il giorno delle salite: 1500 metri di dislivello totali e 110 chilometri percorsi.
Nella testa avevo i ricordi di un viaggio percorso sulla stessa strada, ma in senso inverso, con David Pentenero e Matteo Vezzola. Credo siano passati forse quindici anni da quel vaggio, che definirei la prima, grande, epica, eroica (!) impresa in bicicletta che abbiamo intrapreso. Cassette della frutta sui portapacchi, quantità enormi di scatolame, discese fatte con i freni tirati e i piedi per terra. Come dimenticarlo?

Come in quel viaggio ho percorso (stavolta nella discesa) tutta la fantastica val d'Aveto: selvaggia, verdissima, una via di mezzo tra la Val Vestino e il Verdon. Le pendici dei monti coperte da boschi che scendono e si tuffano nella gola della valle: mi ricordavano piedi di enormi mostri preistorici.

Nella testa anche il ricordo di Giorgio Valsania, con cui una decina di anni fa ho camminato per una settimana sull'Alta Via dei Monti Liguri. Giorgio ha perso la vita vicino a Torino in un incidente d'auto, ma il suo ricordo mi tiene sempre compagnia nei lunghi viaggi.

Lunedì sera ho dormito a Bobbio, al di la del "ponte storto", anche se dormito è una parola grossa: ero talmente stanco a forza di tirar su dalle salite il mio bagaglio che ho chiuso gli occhi ed era già mattino.

Oggi invece giornata di pianure: da Bobbio verso Piacenza, poi Parma, Reggio, Carpi, Mirandola. Dieci ore per i primi 150 km, che diventano 200 a fine giornata.

Tanti!

È nuovo il paesaggio, con le sue pianure, i piccoli paesi, i suoni e i profumi.
Tanti i camion sulla via Emilia!
Ma la strada è più dritta, si pedala rapidi e concentrati.

Sono le sette e mezza quando arrivo a Mirandola: qui c'è spazio per essere ospitato, domattina dovrò percorrere una trentina di km per arrivare a Finale Emilia.

La situazione non è bella.

Arrivo a Mirandola passando da S.Giorgio, una sorta di quartiere industriale.
Mentre nei paesi precedenti (Carpi, Correggio) non ho incontrato particolari segni del terremoto, se non qualche tenda piantata qua e la, qui la situazione è diversa.

Sembra di entrare in una zona di guerra.

Metà delle fabbriche sono al suolo.

Macerie sparse, auto ancora schiacciate in alcuni casi.

Pedalo fino al centro di Mirandola.

Camion della Protezione Civile, Carabinieri, Vigili del Fuoco pattugliano le strade. Ci sono soldati a piantonare il perimetro del paese. Buona parte del centro storico è inagibile.

"Non ci lasciano tornare alle nostre case", mi dirà un uomo.

E un altro rivolgendosi a me e al mio essere senza una abitazione vicina: "Tu lo fai per scelta, noi ci siamo costretti"!

Alla soglia delle recinzioni alcuni striscioni mi fanno venire le lacrime agli occhi.

Le case puntellate, i calcinacci, gli edifici pericolanti sono ovunque.

Nella tendopoli mi viene dato un pass: mi portano a lasciare bici e bagagli in un settore dove alloggiano i geologi e geometri e vari volontari, tra cui gli alpini e gli scout.
Mi viene dato da mangiare, poi dopo aver dato un occhiata in giro scopro che c'è uno spettacolo di Paolo Rossi proprio stasera.

Scelgo di rilassarmi un attimo e lo vado a vedere.

Ed ora vado a nanna che rimane poco tempo per riposare!




venerdì 6 luglio 2012

"Étrangère"

Tutte le mie biciclette hanno avuto un nome.
È arrivato il nome anche per lei, perchè è una donna, con quel muso corrucciato il sedere basso e tozzo.
"Étrangère": straniera, perché siamo tutti di passaggio.
Perché in ogni posto in cui ci fermiamo sappiamo di essere a casa, ed ogni giorno troviamo una casa diversa.

È più di un mese che siamo in cammino ormai.
Come girovaghi viaggiamo di paese in paese incontrando facce nuove, sorrisi, sguardi tristi, ragazzi e ragazze, vecchi con gli occhi segnati e bimbi con l'espressione di meraviglia.
Abbiamo visto l'alba sorgere sui monti, la luna riflettersi nel mare.
Abbiamo imprecato, sudati e carichi come muli, e superato passi e montagne. Sulla costa ci siamo gettati in pazze discese nella notte urlando al mondo che c'eravamo anche noi.
L'aria sulla faccia, il vento nelle orecchie, le braccia e le spalle rigide a mantenere la bici nella direzione, il corpo chino in avanti.
La mente con i suoi pensieri, il respiro nei pedali.

E' una buona compagna di viaggio Étrangère, parla poco, sa ascoltare. È una tipa pratica.

Chissà, forse arriverà il giorno i  cui non viaggeremo più soli.
Il destino è imprevedibile, chissà.

Per ora solo questo facciamo: viaggiamo.

Ieri ho incontrato due compagni viaggiatori, Jean Daniel e Leo, una coppia della Svizzera francese partita per un viaggio di alcuni anni (jeandaetleo.blogspot.com). Prima tappa Turchia, poi si vedrà, dicono.
Sono in viaggio da un mese. Ex educatori, lui lavorava con minori e lei con tossicodipendenti, hanno venduto la casa ed ora tutto quel che possiedono sta sulle loro biciclette.
Gli auguro un buon viaggio, ci abbracciamo e ripartono verso est.

Io ho ancora due tre giorni di tranquillità, poi prevedo tappe più impegnative con lo spostamento a Finale Emilia.
"Preparati che ti ho organizzato vari spettacoli per i due giorni", mi ha detto Bruno al telefono.
"Nessun problema, posso lavorare anche di notte", ho risposto!
Ho voglia di muovermi, la strada è lì che aspetta... non resta che partire!


mercoledì 4 luglio 2012

Una Liguria tranquilla

If you're travelin' in the North Country fair
Where the winds hit heavy on the borderline
Remember me to one who lives there
For she once was a true love of mine

Oggi ho in testa questa.

Tra le mie riflessioni mi chiedevo quale sia il verbo più importante.

Ne esistono tanti, ce ne sarà uno che si è iniziato a usare prima no?

Pensa e ripensa mi sono accorto che esistono gli ausiliari.
Essere e avere sono i più comuni, quindi potrebbe essere uno dei due.

Il problema è che servono proprio ad esprumere due cose opposte.

Beh, se devo dire la mia voto per essere, nettamente.

Magari un giorno lo infilerò in spettacolo...

Ed ora in breve il resoconto di questi giorni!

Nella giornata di domenica ho fatto quello che mi ero proposto di evitare per l'estate: son rimasto fermo.
Sveglia all'una, un po' di allenamento al parco, qualche amico, insomma: riposo!
Avrò fatto sì e no una decina di km. Sono arrivato ad Alassio, ho fatto la spesa, ho mangiato

La sera decido di vedere la finale insieme a dei ragazzi di Laigueglia, a Jirka e alla sua ragazza Vanda ( i ragazzi della repubblica ceca).
Ci troviamo tutti insieme in un bar stracolmo di gente.
Al due a zero siamo talmente stufi che decidiamo di far un po' di spettacolo per i bambini all'anfiteatro. Forse c'é troppa poco pubblico, ma almeno ci divertiamo tutti un po'.

Ho poi conosciuto Darius (Capitan Darius!), il ragazzo di Cecilia che  studia alla Fratellini di Parigi.
É arrivato per far spettacolo, parliamo tanto di un vecchio progetto cui ha paryecipato alcuni anni fa: i "Ciclown Circus".
Si tratta di un gruppo di musicisti e giocolieri che giravano per l'europa in sella a bici di recupero facendo spettacoli e laboratori. Molto molto interessante. In questo periodo (ha girato con loro per due stagioni) Dario è passato in mezzo a tantissimi problemi prarici con cui mi son scontrato quotidianamente. Parliamo per un ora buona!
Questo il sito dei Ciclown, che ora paiono definitivamente fermi [Fra, confermi?] www.cyclown.org

Il lunedì mi dirigo verso Finale Ligure, dove faccio due spettacoli non male (considerato che è lunedì sera).

Il martedì opto per Noli, visto che all'andata l'avevo saltata. Piazza piccolissima, lavoro in concomitanza con una festa di giochi medievali... però ci sono bimbi e un bel pubblico, si sta molto "a casa".

Tra una settimana dovrò essere a Finale Emilia, dovrò iniziare a pianificare lo spostamento...

Ps: per questi giorni niente foto: siamo in sciopero!!!